Audioggetto raccontato nella ormai defunta linguamadre della città di La Spezia, in fondo alla Liguria. Una sveglia gigante ti catapulta in una realtà fatta di griglie, gabbie, scadenze, resoconti precisi. Fermo immobile, sai di essere al chiuso di qualcosa ma non vedi pareti…sei come congelato davanti a un blocco fatto di piccoli cubi semitrasparenti che si alzano al cielo, intorno senti voci che dicono che non puoi stare “nel forse, nel quasi, nel mezzo-e-mezzo”. Eserciti di numeri marciano verso di te a passo d’oca, li guardi ma non metti a fuoco, realizzi soltanto che sono grovigli di segni, che non sai decifrare. E sai che qualcuno con gli occhi a punta sta governando il tempo e vuole risposte immediate. Vorresti solo chiuderti, tornare ancora più piccolo, come quando eri cullato e voluto bene a prescindere. Assistito. Ma la realtà è un’altra e non ti viene facile starci dentro. Hai problemi a sbrogliare problemi. Poi smette il freddo, sembra quasi che la griglia si dissolva da se, e torni a saltare e a fare giochi ma è una tregua veloce: i numeri si presentano di nuovo e devi “farci i conti”.